Ogni anno il 6 febbraio si celebra la Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF).
La Giornata è stata proclamata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2012, per contrastare quelle usanze che per motivi prettamente culturali sottopongono alcune donne a terribili torture. Secondo l'Oms con il termine mutilazione genitale femminile si definiscono le pratiche che coinvolgono la rimozione parziale o totale degli organi genitali femminili per ragioni che esulano dalla medicina.
Sono aberrazioni culturali ancora molto diffuse: in alcuni Paesi del continente africano il fenomeno riguarda addirittura il 90% della popolazione femminile. Questo significa c...
leggi tutto
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) definisce le Mutilazioni genitali femminili (Mgf) «forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche».Esistono diversi tipi di mutilazioni che, semplificando, possono essere ricondotti a due: l’uno prevede il taglio o la rimozione di parti dei genitali femminili; l’altro, meno diffuso, è la cosiddetta infibulazione, che può anche prevedere il taglio dei genitali ma principalmente restringe la vagina e impedisce o rende dolorosi i rapporti sessuali.Normal...
leggi tutto
Ora che il mondo sta affrontando la pandemia, rallentamenti, ritardi e interruzioni si registrano anche nei progetti e nei programmi di prevenzione e contrasto alla mutilazione genitale femminile.
Un recente studio condotto da Amref Health Africa, in collaborazione con Amref International University, sugli effetti del Covid-19 sulla pratica delle mutilazioni e sui matrimoni precoci e forzati in Kenya, dimostra un crescente numero di casi nel Paese. La ragione più comune presentata è stata la chiusura di quasi metà delle scuole e la conseguente permanenza a casa. Durante l’emergenza è stato individuato un aumento della consulenza psicologica e sessuale,...
leggi tutto
Nascere donna in alcune parti del mondo è ancora una colpa.
Ogni giorno centinaia di migliaia di ragazze sono soggette a pratiche che causano loro danni fisici e psicologici: mutilazioni ai genitali e matrimoni precoci o forzati sono solo i primi esempi. Il tutto accade con la piena conoscenza e il consenso di famiglie, amici e comunità.
L’Unfpa, Agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva, il 30 giugno ha presentato il suo Rapporto annuale in diretta mondiale. In Italia il Rapporto, intitolato Contro la mia volontà. Affrontare le pratiche dannose per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere è stato lanciato da Aidos, Associ...
leggi tutto
In Sudan, le mutilazioni genitali femminili sono un reato.Chi le pratica è punibile con una pena di tre anni di reclusione. Il provvedimento, preso dal nuovo governo di transizione, libererà da questa dolorosa e pericolosa forma di menomazione migliaia di donne.
Le Nazioni Unite stimano che, attualmente, circa l’87% delle sudanesi di età compresa tra 14 e 49 anni abbia subito una qualche forma di mutilazione genitale. In Sudan è comune per le donne rimuovere le labbra interne ed esterne della vagina e, di solito, anche il clitoride. Questi interventi, praticati quasi sempre in condizioni igieniche precarie, possono provocare infezioni del tratto urinario, d...
leggi tutto
Dopo 15 anni in Italia per specializzarsi in oncologia e ginecologia, ha deciso di tornare in Somalia, e oggi si divide tra il suo lavoro di medico in un ospedale di Mogadiscio e la sensibilizzazione delle donne anche attraverso l’attività dell’associazione da lei fondata.
È la storia di Asha Omar Ahmed. “L’angelo di Mogadiscio”.
È tornata nel suo Paese con l’obiettivo di spiegare l’importanza dell’igiene e della profilassi e per combattere la pratica delle mutilazioni genitali femminili. «Il rientro a Mogadiscio – racconta all’Agenzia Dire – è stato molto difficile, così come lavorar...
leggi tutto
Lo scorso 6 agosto, cinque adolescenti keniane (Stacy Owino, Cynthia Otieno, Purity Achieng, Macrine Atieno e Ivy Akinyi) sono volate in California per partecipare a “Technovation”, un evento promosso da Google, Verizon e dalle Nazioni Unite, dedicato ai giovani informatici che hanno sviluppato applicazioni o software utili a risolvere problemi particolarmente sentiti per le comunità locali. In palio, 15mila dollari. «Un'esperienza esperienza che ha cambiato la nostra vita», hanno dichiarato le cinque ragazze alla Thompson Reuters Foundation.
Le cinque giovani keniane hanno messo a punto un’applicazione dal nome evocativo: “I-cut”. Dove il &l...
leggi tutto