“E’ durante il tempo dell’alluvione che bisogna mettere in salvo la semente”.
Sollecitati da queste parole che abbiamo evocato attorno alla tomba di don Tonino Bello, profeta di pace e di accoglienza dei nostri giorni, anche noi sentiamo di non poter tacere di fronte ad affermazioni e scelte che minano le fondamenta della dignità umana e della convivenza civile.
Insieme ad altre voci che in queste ore si sono levate vogliamo anche noi esprimere la nostra indignazione perché in pochi giorni alcuni Ministri di questo governo hanno provocato un’alluvione di paure, risentimenti, odii e violenze che rischia di travolgere le coscienze di tutti noi:
- la contrapposizione tra poveri italiani e stranieri, come falsa soluzione di fronte al fenomeno della povertà;
- la chiusura dei porti come scelta ipocrita di fronte al dramma di tante persone;
- il linguaggio violento e mistificatorio (è finita la pacchia…) che alimenta un clima di crescente intolleranza e suscita comportamenti violenti, xenofobi, razzisti e omofobi.
- il censimento dei rom, pratica incostituzionale che evoca tragicamente le leggi razziali di 80 anni fa;
- la richiesta alla Nato per una alleanza difensiva nel Mediterraneo;
- la vergognosa riduzione ad un problema meramente familiare dell’omicidio di Giulio Regeni, per privilegiare le convenienze economiche nei rapporti con l’Egitto;
- la falsa illusione che la sicurezza personale sia legata sempre più al possesso ed all’uso senza regole delle armi;
- la solidarietà considerata un crimine, piuttosto che un valore da promuovere.
Ci auguriamo che si alzino molte altre voci indignate in ambito ecclesiale, nella società civile e nel mondo politico.
Noi non ci stiamo.
Di fronte a questa ‘alluvione’ ribadiamo e ci impegniamo a custodire e promuovere la buona semente della dignità di ogni essere umano, della tutela dei diritti umani per tutti, secondo lo spirito della Costituzione; della costruzione della pace e della nonviolenza.
Continueremo ad impegnarci in prima persona a fianco degli ultimi, dei migranti e rifugiati, che per noi sono “uomini e donne in cerca di pace.” Quotidianamente nei nostri territori e in rete con altri intensificheremo il nostro impegno per ‘disarmare’ la follia della guerra, che si annida anche nei ragionamenti, nel linguaggio e nelle relazioni personali.
Lo ribadiamo oggi e continueremo a farlo.
Alessano, 20 giugno 2018
(a due mesi dalla visita di Papa Francesco)
Mons. Giovanni Ricchiuti, Presidente Nazionale di Pax Christi Italia e vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti; d. Renato Sacco, parroco, coordinatore Nazionale Pax Christi; Andreolli Sandra, punto pace Pax Christi Venezia; Carraro Giancarlo, punto pace Pax Christi Venezia; d. Nandino Capovilla, parroco a Marghera, Campagna ‘sulle soglie senza frontiere’; Castagna Pio, coordinatore punto pace Pax Christi Taranto; d. Tonio Dell’Olio, presidente Pro civitate Christiana, Assisi; Ferri Rita, di Bassano Romano; Ferri Vincenzo, punto pace Pax Christi Reggio Emilia; d. Diego Fognini, parroco a ValMasino, direttore comunità ‘Centralina’, Sondrio; d. Gian Luca Grandi, parroco a Zello (Imola), consigliere nazionale Pax Christi; d. Salvatore Leopizzi, parroco a Gallipoli; Magnanini Ester, punto pace Pax Christi Reggio Emilia; d. Maurizio Mazzetto, punto pace Pax Christi Vicenza; d. Christian Medos, equipe spiritualità delle frontiere; d. Eugenio Morlini, punto pace Pax Christi Reggio Emilia; Panaro Rosalba, punto pace Pax Christi Brescia; Presciuttini Emilio, di Bracciano (Rm); d. Paolo Quatrini, parroco ad Anguillara S. (Rm); Ricchiuti Liliana, consigliera nazionale e coordinatrice Sud Pax Christi; Ruggeri Sergio, responsabile Caritas zona pastorale di Bisceglie; d. Paolo Tofani, parroco, vicedirettore Caritas Pistoia; d. Marco Ulto, Ariano Irpino; Vendramin Francesco, operatore Caritas Venezia.