Professor Calderini, finanza sostenibile e finanza d’impatto sono sinonimi?A mio avviso non lo sono.La finanza sostenibile si colloca intenzionalmente in traiettorie genericamente buone per il Pianeta (energie rinnovabili, economia circolare...), ma è diversa dalla finanza d’impatto, che ha tre caratteristiche particolari: è intenzionale, ovvero si focalizza su un problema specifico (per esempio ridurre la dispersione scolastica del 3%); è misurabile, ovvero esiste una proporzionalità tra l’impatto misurato e i rendimenti finanziari; è addizionale, ovvero chi investe è disponibile a correre un rischio un po’ maggiore di quello...
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Nel luglio 2017, terminata la laurea magistrale in Economia e Finanza all’Università Luiss Guido Carli, grazie a un bando della regione Lazio ho pensato di elaborare un progetto di finanza sostenibile.In Italia, purtroppo, non trovavo nessun master in questo ambito. Però non mi sono arresa, ho continuato a cercare e alla vigilia della scadenza del bando ho casualmente reperito in internet, digitando le parole “Uomo, Finanza e Mercato”, il primo master di finanza sostenibile nel nostro Paese.Ho presentato il progetto e ottenuto il finanziamento per approfondire una finanza attenta alla persona. Così l’intuizione originaria che avevo avuto a 18 anni...
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È importante poter dialogare con il mondo della finanza, soprattutto quella sostenibile, che contrasta il cambiamento climatico e l’evasione fiscale da delocalizzazione nei paradisi fiscali, mentre promuove la parità di genere in relazione a retribuzioni e compiti affidati.In passato non sono mancati momenti in cui la Chiesa ha dato attenzione all’uso del denaro e dei beni materiali, ma Oeconomicae et pecuniariae quaestiones va oltre: parla in modo diretto di realtà concrete, con un linguaggio molto comprensibile all’operatore finanziario. Occasioni di confronto su questo documento sarebbero da incoraggiare, soprattutto nel mondo delle banche di credito...
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