Nelle scuole italiane lo scorso anno erano iscritti 857.729 alunni con cittadinanza non italiana, pari al 10% degli alunni complessivi, circa 8,5 milioni (8.579.879). Il loro numero è inferiore di 85.000 unità rispetto all’anno precedente: gli alunni italiani diminuiscono costantemente e il loro calo è solo parzialmente compensato dall’aumento degli alunni non italiani, nel 2018/2019 pari all’1,9% rispetto all’anno precedente.
La presenza nelle scuole italiane di figli e figlie di immigrati ha registrato una crescita costante ma molto lenta negli ultimi 10 anni, mentre in precedenza era stata molto più sostenuta.
Ragazze tenaci
Le femmine costituiscono il 48,04% del totale degli alunni stranieri, una percentuale molto simile a quella delle femmine tra i residenti non italiani nella fascia d’età 3-18 anni: andando però in profondità si rilevano delle differenze interessanti.
I tassi di scolarità sono molto simili tra italiani e non italiani sia per la scuola primaria e secondaria di primo grado (intorno al 100%) sia nella fascia 14-16 anni (intorno al 91%).
Per gli anni successivi invece diminuiscono e in modo differenziato: a 17 e 18 anni il tasso di scolarità degli studenti non italiani crolla al 66,7% in confronto all’80% degli studenti italiani.
Ciò significa che molti studenti non italiani non arrivano a completare la scuola secondaria di secondo grado e questo avviene molto più spesso per i maschi: il loro tasso di scolarità a 17 e 18 anni è pari al 59%, per le femmine è del 76,6%.
Una discrepanza evidente caratterizza anche la scuola dell’infanzia, dove la scolarità è pari al 96% per gli italiani e al 79% per gli stranieri, con lieve prevalenza fra loro, però, dei maschi.
Distribuzione ineguale
In termini di distribuzione sul territorio italiano, quasi due studenti “stranieri” su tre studiano nel Settentrione (65%), il 22% nel Centro e il 13% nel Meridione.
Le difformità regionali nella presenza di alunni figli di immigrati sono riassunte in Figura 2: tutte le regioni del Centro-nord hanno una percentuale di alunni maggiore della media nazionale, mentre quelle del Centro-sud rimangono sotto la media.