Dei circa 300 milioni di migranti internazionali registrati nel 2019 a livello mondiale, 65 milioni (più della popolazione dell’Italia) si concentrano nella regione Asia-Pacifico.Da notare che si tratta soltanto di migranti regolarmente registrati in quanto provvisti di documenti legali; coloro che si spostano in modo irregolare sono un numero ben maggiore e sfuggono a ogni valutazione statistica.
Le motivazioni per emigrare sono molteplici e spesso correlate fra loro. Le migrazioni sono sempre avvenute fin dagli albori dell’umanità: intere civiltà sono scaturite da processi migratori indotti anche da cause ambientali ed economiche. La differenza è co...
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Il Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare (acronimo inglese Gcm) è un quadro non vincolante di cooperazione fra Stati: per rispondere alle sfide e alle opportunità delle migrazioni internazionali contemporanee articola impegni condivisi basati su 23 obiettivi e indica linee di attuazione, verifica e valutazione.
Sottoscritto il 10 dicembre 2018 da 164 Paesi, costituisce un risultato importante per gestire e governare a livello internazionale anche la migrazione ambientale, fatta oggetto di attenzione soltanto in tempi relativamente recenti.Il Patto menziona specificamente la migrazione ambientale nell’Obiettivo 2, riservando un’intera sezione ...
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Nel 2020 l’Organizzazione Internazionale per le migrazioni (Oim) ha pubblicato un corposo volume dal titolo Migrazioni nell’Africa occidentale e settentrionale e attraverso il Mediterraneo: tendenze, rischi, sviluppo e gestione.Il testo, non accessibile in lingua italiana, analizza dati del biennio 2018-19 che permettono di valutare le politiche migratorie regionali, incluse quelle adottate dall’Unione Europea. Informazioni superficiali che si concentrano sui flussi dal Nord Africa all’Europa celano una situazione molto più complessa e articolata: quella degli spostamenti interni all’Africa occidentale e settentrionale.
RISORSE SEMPRE PIÙ SCARSEUn...
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Le isole dello Stretto di Torres sono quanto rimane emerso di un collegamento tra la penisola australiana di Capo York e la Papua Nuova Guinea. La loro superficie complessiva è di appena 566 chilometri quadrati, ma sono disseminate su un’area di quasi 45.000. Alcune isole sono grandi, molte sono piccole; due di esse distano solo quattro chilometri dalla costa della Nuova Guinea. Nel 1879 vennero incluse nella colonia britannica del Queensland e dal 1901 fanno parte dell’omonimo Stato australiano. Dal 1982 gli abitanti delle isole, melanesiani, intrapresero procedimenti legali per rivendicare la proprietà della terra, che venne loro riconosciuta nel 1992 con una sent...
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È un onore partecipare a questo confronto online in rappresentanza di Pacific Islands Association of Ngo (Piango), l’Associazione delle ong delle isole del Pacifico. La nostra regione ha una lunga storia di flussi migratori, sia temporanei sia stagionali, connessi in prevalenza alla situazione climatica. Porto qui anzitutto il sentire delle donne indigene. Per loro emigrare implica scontrarsi con barriere linguistiche e culturali, razzismo e discriminazione, la precarietà di un visto temporaneo e la fatica di trovare un lavoro dignitoso. La scolarizzazione dei loro figli e figlie viene interrotta e comunicare con i Paesi e le famiglie di origine è difficile. Gi&agr...
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La mia conoscenza della correlazione tra cambiamento climatico e migrazioni è in divenire, ma posso affermare che questa non consiste in una correlazione deterministica di causa-effetto.
Non è detto che il degrado ambientale induca sempre uno spostamento della popolazione: la migrazione è indotta da molteplici concause e il cambiamento climatico concorre anzitutto a esacerbare disuguaglianze sociali ed economiche che già rendono più vulnerabili alcuni gruppi umani. Diventa allora necessario dare maggiore attenzione alle condizioni di stress che li affliggono e che differiscono anche in relazione a genere, etnia, abitudini culturali, contesto geopolitico e ...
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Le migrazioni ambientali indotte dall’emergenza climatica non si localizzano dove viene costruita una diga o attorno a un vulcano che sputa lava e lapilli: sebbene con modalità diverse, pervadono immense aree del Pianeta. Gli effetti del riscaldamento sull’innalzamento dei mari rimangono ancora poco prevedibili, ma secondo Ibrahim Abubakar della Lancet Countdown Initiative entro 10 anni tutte le zone costiere e le pianure a meno di 2 metri sul livello del mare saranno allagate: dovranno spostarsi 145 milioni di persone. Questi dati risalgono alla sessione del Dialogo internazionale sulle migrazioni svoltasi il 25 maggio 2021, ma tante isolette dell’Oceano Pacifico so...
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I dati rimangono incerti, mentre il progressivo riscaldamento della Terra induce a previsioni catastrofiche.
In vista della Conferenza delle Parti sul Cambiamento climatico (Cop26) che si svolge a Glasgow dal 1° al 12 novembre 2021, ascoltiamo riflessioni e iniziative di donne.
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