Negli anni Ottanta, molti vescovi di nuova nomina contrastano le Comunità ecclesiali di base (Ceb), ma noi comboniane continuiamo a impegnarci attivamente in esse, che rimangono il nostro modello di Chiesa. Nel 1995 iniziamo una presenza nella periferia di Fortaleza, capitale dello Stato di Ceará, nel Nord-est del Brasile, con progetti di educazione popolare per bambini e bambine, adolescenti e giovani. Si rafforzano anche la formazione biblica e la pastorale indigena e della terra. Negli anni Novanta crescono i movimenti sociali, le cooperative e le scuole agricole. Queste ultime, soprattutto in Rondônia, incoraggiano la gioventù contadina a coltivare la terra di famiglia con nuove tecniche, anche gestionali.
Svolta di secolo e di politica
Con il nuovo millennio, partecipiamo al processo di organizzazione popolare per una politica che promuova una vita dignitosa per tutti e tutte. La politica è l’arte di trasformare la società, e Luis Inácio Lula da Silva, operaio nordestino ed esponente del Partito dei lavoratori (Pt), la gestisce come massima carica dello Stato dal 2003 al 2006 e ancora dal 2007 al 2010. La popolazione povera ed emarginata si sente rappresentata da questo operaio, che viene invece fortemente osteggiato dai potentati economici del Brasile e anche di altri Paesi.
Nel 2007 la Chiesa cattolica torna ad assumere un ruolo trasformatore, come quello che aveva svolto negli anni Settanta e Ottanta. La conferenza che riunisce l’episcopato latinoamericano nel santuario di Nossa Senhora Aparecida, nello Stato di São Paulo, offre un documento conclusivo di grande prospettiva. Tra i protagonisti dell’evento si distingue il cardinale Jorge Mario Bergoglio, che nel 2013 sarà eletto vescovo di Roma con il nome di Francesco: il primo papa latinoamericano.
Le comboniane continuano il loro impegno con i poveri attraverso progetti sociali, e in seno alla rete Un grido per la vita si coinvolgono attivamente nel contrasto alla tratta di persone. Iniziano una presenza nella periferia urbana di Salvador, nello Stato di Bahia, e in Amazzonia, a Porto Velho e Matupi.
Anni di lutto e dolore
In Amazzonia, il 24 giugno 2017 Giuseppina Lupo e Luísa Manuel perdono la vita in un tragico incidente stradale. Le due giovani comboniane della comunità di Matupi erano state in visita a una comunità della Transamazzonica. Al chilometro 56 il veicolo sbanda, precipita in un igarapé e diventa per loro una trappola mortale.
Il grave lutto rende ancor più dolorosa per noi la “notte oscura” che il Brasile vive da un paio di anni: un collasso sociale e politico, che toglie dignità alle popolazioni indigene e afrodiscendenti, agli omosessuali e alle donne. L’Amazzonia è “stuprata”, fatta oggetto di uno sfruttamento che la distrugge. E chi osa protestare, spesso trova la morte.
In attesa...
L’enciclica di papa Francesco Laudato si’ e il Sinodo per l’Amazzonia, “Nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale”, spalancano a una nuova primavera per la giustizia sociale e per i diritti del grande bacino amazzonico. La nostra missione è pervasa dal grido della Terra e dalla necessità di prendersene cura, in una spiritualità del creato e dell’interdipendenza delle creature.