I primi passi delle Pie Madri della Nigrizia, oggi più note come Suore missionarie comboniane, sono stati celebrati insieme dalle comunità sparse nel mondo il 1° gennaio 2022 con una “diretta video”; ma il 6 gennaio, solennità dell'Epifania, sono stati celebrati con la città e la Chiesa di Verona.
Baciate dal sole del primo pomeriggio, alcune comboniane si sono trovate con un piccolo gruppo di invitate e invitati ai piedi del monumento a san Daniele Comboni che dal 1957 campeggia in Piazza Isolo: il rispetto delle norme anticovid non permetteva assembramenti.
Suor Luigia Coccia, superiora generale, ha dato il benvenuto: il consigliere Rosario Russo ha rappresentato il Comune, don Callisto Barbolan, vicario diocesano della vita consacrata, il vescovo, e don Sergio Marcazzani, con l'entusiasmo della sua lunga vita missionaria, ha radicato la celebrazione in colui che sedici secoli fa «portava Verona al battesimo: san Zeno, il vescovo originario della Mauritania». In 150 anni, ben 459 Suore comboniane di Verona hanno raggiunto l'Africa e altre parti del mondo per offrire il messaggio liberante del Vangelo che san Zeno aveva donato a Verona . Altre migliaia si sono preparate nella Casa Madre di via Santa Maria in Organo, che Daniele Comboni acquistò nel 1872 proprio vicino al seminario per garantire loro una formazione apostolica da “donne del Vangelo” .
C'erano rappresentanti di istituti religiosi e gruppi particolarmente vicini alle comboniane, familiari e persone amiche. I missionari comboniani hanno raccontato la storia del monumento mentre la targa commemorativa, aggiunta per la ricorrenza, invita a riflettere sulla profezia del passato per alimentare quella di oggi, sollecitata anche dall'appello della comunità nigeriana e del Cesaim (Centro salute immigrati) di Verona. Callisto Eichie ha ringraziato per l'affetto con cui la comunità è stata accolta e affiancata nel suo inserimento a Verona, ma lamenta che da quattro anni chi richiede asilo fa fatica a ricevere il permesso di soggiorno; il dott.Gianfranco Rigoli del Cesaim ha precisato che «lo stato di salute non si limita alla mancanza di malattie, è una condizione di benessere complessivo» alimentato da relazioni di rispetto, lavoro regolare e da condizioni di vita decorose: «Le emergenze che affrontiamo riguardano più le condizioni di vita che la cura delle malattie; trovare casa è difficile a causa del colore della pelle e le barriere esistono ai confini europei e nazionali ma anche negli uffici amministrativi, dove le persone fanno fatica a vedere rispettati i loro diritti fondamentali». Quanti spazi inutilizzati o sottoutilizzati potrebbero essere messi a disposizione dalla Chiesa e dalle istituzioni per alleviare il disagio abitativo?
Da Piazza Isolo la celebrazione è continuata in duomo, dove le Suore missionarie comboniane sono state “accolte” come parte integrante dell'Epifania dei Popoli che l'Ufficio migrantes della Diocesi di Verona organizza da anni proprio il 6 di gennaio: una celebrazione “missionaria” animata dalle tante comunità cattoliche immigrate, frutto della missione del passato che oggi vivifica questa chiesa locale. Suor Luigia Coccia ha ringraziato la diocesi per il contributo dato alla nascita e allo sviluppo dell'istituto: «Oggi siamo presenti in 32 Paesi del mondo con missionarie di 33 nazionalità diverse. In questa solennità dell'Epifania intendiamo rinnovare la nostra passione per l'annuncio del Vangelo a tutti i popoli.Vogliamo anche rinnovare il nostro impegno per continuare a essere, con la Diocesi di Verona, segno di una Chiesa in uscita all'incontro di coloro che vivono situazioni di emarginazione ed esclusione, vicini e lontani».