Mi chiamo Tecla e vivo a Brescia. Sono stata battezzata dai miei genitori, ma da quando avevo 18 anni mi sono allontanata molto dalla Chiesa e da Dio: come poteva esistere e permettere le tante situazioni di sofferenza che feriscono il mondo?
A 32 anni ho desiderato fare un’esperienza in un Paese povero. Convivevo con un compagno e lavoravo come ostetrica alla Poliambulanza di Brescia, ma sentivo forte il bisogno di vivere un’esperienza diversa dalla mia quotidianità.
So che non serve andare lontano per prendersi cura del prossimo e non so per quale ragione nutrissi questo desiderio, ma lo sentivo forte. Grazie a un’amica sono entrata in contatto con suor Carmela Coter, comboniana, e ho iniziato il percorso di preparazione per un’esperienza di “missione”. Non credevo in Dio ed ero molto diffidente verso la Chiesa e le suore. Eppure sono stata accolta a braccia aperte da suor Carmela. Questo mi è piaciuto molto. Essendo ostetrica, ho chiesto di agganciarmi ad una realtà dove mettere a frutto la mia esperienza lavorativa e le mie competenze. Lei mi ha messo in contatto con suor Maria Martinelli, medico e direttrice dell’ospedale Daniele Comboni di Wau, dove era stato allestito di recente un reparto maternità.
Ho partecipato agli incontri di preparazione, che erano anche momenti per ascoltare coloro che avevano già vissuto esperienze più o meno lunghe di missione. Il confronto con persone molto diverse per età e interessi è stato utile, e il percorso mi ha aiutato a verificare la mia disponibilità a dare e anche... a ricevere!