Nel 2004 viene costituita formalmente come strumento per sostenere, attraverso il lavoro, un progetto socio-sanitario: ridare dignità a persone violate profondamente dalla guerra, dalla malattia e dalla miseria. Dalla sua costituzione, la cooperativa ha ricevuto il sostegno costante di due associazioni: la ong ugandese Comboni Samaritans of Gulu e l’italiana Good Samaritan Onlus, che aderiscono alla visione del progetto Wawoto Kacel e affiancano da sempre la cooperativa con azioni coordinate e condivise. Attualmente i soci beneficiari sono circa 70, in larga maggioranza donne con disabilità, ex bambine soldato, malate di aids e vedove di guerra.
Tanta inventiva
L’attività produttiva è suddivisa in sei settori merceologici che, con materie prime locali, realizzano oggetti e manufatti artigianali: sartoria, maglieria, tessitura, il reparto tye and dye, dove si colorano splendide stoffe, il laboratorio di bigiotteria, che utilizza perline di carta riciclata, e la sezione card, che realizza oggetti particolari con foglie di banano.
Ogni settore ha un responsabile, che organizza il lavoro e coordina i soci. Il manager è coadiuvato da personale competente: il contabile, il magazziniere, il responsabile della produzione, il responsabile degli acquisti e del marketing, e l’addetta alle vendite in negozio. Attualmente un’assistente locale si sta formando per ricoprire il ruolo di manager. Un passo importante nell’ottica del radicamento locale e della sostenibilità futura del progetto.
Dal 2004 vengono organizzati corsi di formazione e aggiornamento per migliorare la qualità dei prodotti e rispondere alle richieste del mercato locale e internazionale, in prevalenza italiano e americano.
Lavoro e terapia
La qualità dei prodotti e la rete di vendita, che negli anni ha generato risultati incoraggianti, dipendono dal miglioramento della struttura organizzativa, volta a garantire l’originario ruolo sociale della cooperativa, che non costituisce un semplice sistema produttivo. La Wawoto Kacel è per i suoi membri una storia di successo soprattutto in termini “terapeutici”.