«L'Unione Europea insieme alle Nazioni Unite dovranno lavorare per creare delle zone umanitarie in Siria»
Lunedì 14 giugno rappresentanti di Operazione Colomba hanno partecipato a Bruxelles alla Seconda conferenza interparlamentare di alto livello su Migrazione e Asilo, ospitata congiuntamente dal Parlamento europeo e portoghese.
«In Libano sono presenti 1,5 milioni di rifugiati siriani su una popolazione di neanche 6 milioni di persone — ha dichiarato Alberto Capannini, responsabile di Operazione Colomba in Libano —. È una situazione esplosiva che continua a peggiorare. I rifugiati sono stretti in una morsa. Da un lato vivono in un paese in piena crisi politica ed economica, con un tasso di inflazione stellare che distrugge il potere d'acquisto delle famiglie. Dall'altro non possono tornare in una Patria che è ancora sotto il ferreo controllo dei signori della guerra. Vivono senza futuro».
Nel corso della conferenza Operazione Colomba, corpo civile di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha presentato il proprio lavoro in Libano, i corridoi umanitari e la proposta di pace scritta dai rifugiati siriani del Libano. Di fronte a vari rappresentanti del parlamento europeo e dei differenti governi nazionali d'Europa, la risposta è stata di interesse e di apertura. Il Presidente David Sassoli ha ribadito la volontà da parte delle istituzioni europee di agire a livello politico con proposte opposte alla logica della violenza.
Detlef Seif della Commissione affari interni del Parlamento tedesco ha dichiarato: «L'Unione Europea insieme alle Nazioni Unite dovranno lavorare per creare delle zone umanitarie in Siria». Seif è rimasto piacevolmente colpito dall'esperienza dell'associazione di don Benzi, presente in Libano con volontari che vivono dentro il campo profughi al fianco delle famiglie. Ha definito la proposta di istituire zone umanitarie in Siria una “good idea”.