Mi chiamo Anita Peretti e vivo a Verona. Con il percorso Gim, Giovani impegno missionario, ho partecipato a due campi internazionali vissuti come gruppo. Lo scorso luglio in Salvador e Guatemala.
A Città del Guatemala abbiamo incontrato i giovani di strada, che vivono ai margini dall’età di 9 anni, condannati a una vita di disperazione e droga. Mi sono sentita inutile e impotente, perché la loro presenza è frutto di oppressione e sfruttamento a opera di un sistema ingiusto. L’avidità di pochi causa la sofferenza di tanti.
Il secondo momento forte è stato nella foresta tropicale, in una comunità indigena Maya. In gruppi di due o tre siamo stati ospitati dalle famiglie. La popolazione vive in modo molto spartano; con fatica coltiva mais e fagioli. Con loro sono stata proiettata in una dimensione totalmente altra. Seppur per breve tempo ho vissuto come loro, in una foresta afosa, con poca acqua e senza privacy. Ho apprezzato la bellezza della loro cultura e dell’ambiente incontaminato, ma ho sofferto la durezza della vita.
Quella settimana è stata per noi una scelta, ma loro non hanno alternativa: sono condannati a una vita di stenti. Eppure, grazie a loro, lì ho davvero capito la parola “accogliere” e “donare” e mi sono chiesta cosa ci renda veramente umani. Nei loro gesti di cura ho trovato un’umanità che raramente si trova qui.
Questa esperienza ha cambiato anche il mio rapporto con Dio: è cresciuta in me una spiritualità che abbraccia il mondo.