1969: nel mezzo di una savana arida, nel distretto di Moroto, nasce una piccola comunità di missionarie comboniane. I comboniani avevano già avviato la “missione”, ma il servizio sanitario attendeva l’arrivo delle suore: prima un piccolo dispensario, poi anche una piccola maternità. Tutto di proprietà della diocesi di Moroto, nel nord-est dell’Uganda.
Fra le prime consorelle ricordo Lorenziana Bignotti, Ida Lucia Fantato, Valentina Sosio, Giacoma de Monti e Gina Pillon. Ma anche Florangela e Angela… e tante altre.
Gli inizi non sono mai facili, e neppure a Matany lo furono. Ma “insieme si può”, e con questo motto è cresciuto, passo dopo passo, l’ospedale St. Kizito.
Fratel Rinaldo Biasin trovò l’acqua, così preziosa alla vita, e fratel Giovanni Pedrinolli cominciò a costruire. Le prime missionarie lavoravano con tanto amore e tanta pazienza. Dove non riuscivano ad arrivare, si facevano aiutare da alcune ragazze del posto.
All’inizio non c’era un medico: i primi furono i fratelli Rho. Vennero con il Cuamm, e per migliorare l’ospedale coinvolsero anche la loro parrocchia in Italia. Allora padre Giuseppe Ambrosoli arrivava ogni tanto da Kalongo per gli interventi chirurgici. Con gli anni, il numero di malati che arrivavano aumentava, e anche i reparti crescevano e ne venivano costruiti di nuovi.
Io sono arrivata a Matany nel 1976. Ho imparato la lingua e mi sono sentita accolta dal popolo karimojong, sebbene i guerrieri del Karamoja siano noti per la loro violenza. La vita era dura: gli uomini, sempre armati, si spostavano continuamente con le mandrie, mentre le donne rimanevano nei villaggi e cercavano di coltivare quella terra arida.
Grazie al Cuamm molti altri medici si sono avvicendati nell’ospedale. Una vera benedizione, che ancora continua!
Soltanto alla fine degli anni Settanta è arrivato il primo medico comboniano, fratel Daniele Giusti. Con la sua presenza in qualità di direttore sanitario e poi di amministratore, l’ospedale si è sviluppato con maggiore rapidità: nuovi reparti, nuovi servizi e nuovo personale.
E cresceva anche il bisogno di personale paramedico. Così venne avviata la scuola per infermieri e infermiere, che ha preparato tanto personale locale.
Molte sono state le missionarie comboniane che hanno prestato servizio, sia come infermiere dell’ospedale che come assistenti tutor della scuola infermieri: fra loro ricordo Miranda Pigato, Adele Guglielmoni e Fausta Galimberti.
Suor Lorenziana Bignotti, Luigina Frison e Maria do Rosário Vaz Marinho per anni hanno fatto miracoli come matron, mentre il fratello comboniano Günther Nährich, miracolosamente sopravvissuto a un’imboscata, ha svolto e ancora svolge un prezioso servizio come amministratore dell’ospedale.