Giovedì, 14 Luglio 2022 20:07

Il mio cammino... con Dio

Mi chiamo Rosalba, ho 44 anni e vivo a Mestre. Nel 2010 mi sono trasferita dalla Sicilia a Venezia, perché la città mi aveva profondamente affascinata e sentivo che la sua bellezza mi avrebbe cambiato: avrei potuto riprendere gli studi in filosofia e al contempo trovare un lavoro. Dopo tanti anni dedicati alla catechesi, all’animazione giovanile, alla militanza politica e ai tanti impegni delle associazioni cui appartenevo e grazie ai quali avevo intrecciato relazioni e tessuto progetti, quella partenza diventava l’inizio di una vita nuova.

Quello sradicamento, che a molti sembrava incomprensibile, mi avrebbe restituito qualcosa che avevo smarrito nel mio affannoso percorso. 
Presto, però, mi accorgo che le persone intorno a me sono intente a perseguire una realizzazione tangibile e misurabile, e lentamente la stessa idea prevale anche in me: realizzarmi raggiungendo innanzitutto l’indipendenza economica. Passo da un impiego all’altro nella speranza di terminare gli studi, ma avverto di tradire una vocazione, di aver fallito non una carriera ma l’esistenza stessa. Ho sempre saputo di non poter vivere solo per me stessa, ma la mia vita era diventata totalmente autoreferenziale.

L’INCONTRO FORTUITO
A trent’anni approdo nella solitudine dell’appartamento che ero finalmente riuscita a comprare, ma sento grande nostalgia di quello che avevo vissuto da giovane: contribuire all’educazione e alla felicità di tanti e tante giovani e alla dignità delle persone più emarginate. Un giorno leggo di un gruppo che si riunisce alla stazione di Mestre per pregare insieme ai senzatetto che vi si radunano e raggiungere poi le ragazze vittime di tratta a Marghera.

Sono confusa: quale aiuto avrei potuto dare? Comunque mi presento in stazione e sono accolta “in famiglia” con ragazze giovanissime che, pur segnate dal dramma della tratta, sono avvolte di dignità invincibile. Dopo quasi un anno l’esperienza termina: non avevamo strumenti atti a garantire una formazione e una continuità lavorativa a quelle ragazze, ma io comprendo che a un progetto così importante non si può riservare solo qualche ritaglio di tempo.

LA RICERCA
Comincio a cercare e scopro che nel patriarcato di Venezia un missionario laico che lavora in Bolivia come assistente ed educatore in una comunità per minori è tornato in vacanza. Lo contatto, e Marco mi schiude un mondo al quale sentivo di appartenere; così mi presento all’Ufficio missionario di Venezia per parlare con il direttore, don Paolo. Inizio il cammino per diventare missionaria fidei donum e partire per l’Africa, ma la pandemia blocca tutto.

Svanito quel sogno, quale altra strada avrei potuto percorrere? Una missionaria fidei donum rientrata da qualche anno in Italia mi parla dei missionari comboniani che ha conosciuto in Africa e che ha apprezzato per la semplicità e vicinanza alla gente. Li contatto e scopro il Gim.

L’APPRODO…
Per quanto abbia una conoscenza abbastanza vasta del mondo ecclesiale, l’apertura mentale e la generosità della comunità comboniana di Padova mi sorprendono. Il percorso Gim esprime una grande saggezza umana e spirituale: ci incontriamo due giorni al mese ed è sempre una festa rivedersi. L’équipe che anima gli incontri include due missionari e due giovani che hanno già terminato quel percorso. Nell’assoluta semplicità del nostro stare insieme riusciamo a sentirci una cosa sola e abbiamo la chiara percezione di sperimentare una libertà non usuale.

La comunione che riusciamo a vivere nell’incontro è in grado di guarirci e riconciliarci col mondo; è la prova che la nostra speranza non è vana. Abbiamo affrontato temi complessi, come lo sfruttamento della prostituzione e la dimensione carceraria, e lo abbiamo fatto in modo esperienziale, confrontandoci con chi, nonostante difficoltà, resistenze e delusioni, affronta queste problematiche con fede.

… PER NUOVE SCOPERTE
Mi ha piacevolmente sorpreso la scelta di dedicare due incontri del percorso all’approfondimento dell’economia solidale come strumento di cambiamento della società. Così ho constatato che esiste un pensiero alternativo a quello dominante e che la preghiera e l’incontro comunitario diventano stimolo per azioni di pace e di giustizia portate avanti con costanza e coerenza, indipendentemente dall’essere persone consacrate o laiche: questa è spiritualità.

Frequentare il Gim ha accresciuto in me la consapevolezza che non esistono luoghi o momenti privilegiati per vivere autenticamente la vocazione a portare il Regno di Dio su questa terra. Anche la sete di verità e il bisogno di liberarsi dall’egoismo che opprime la nostra società chiedono risposte, tanto quanto le privazioni materiali che affliggono tanti popoli.

Il mio primo anno di Gim volge al termine; so che il secondo sarà decisivo e spero mi permetta di trovare il modo giusto per portare il mio personale contributo. Ho desiderato a lungo partire come missionaria, adesso voglio cominciare ad esserlo indipendentemente dal luogo in cui mi trovo, e lasciare a Dio la possibilità di sorprendermi ancora.

Last modified on Giovedì, 14 Luglio 2022 20:14

CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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