Ogni sogno che zampilla di energia non si ferma, e non si può fermare: né con i muri, né con i blocchi navali.
Mentre i notiziari italiani sono invasi dallo scontro verbale fra Matteo Salvini, il “capitano” della Lega, e Carola Rackete, la capitana della nave Sea Watch 3, i migranti continuano a sbarcare sulle coste italiane, anche a Lampedusa. Arrivano a centinaia, ma in piccoli gruppi, su imbarcazioni minute che eludono il blocco navale.
Un paradosso che farebbe sorridere, se non avesse tragici risvolti: la morte.
Sono migliaia le vittime: quelle senza nome né volto non turbano il sonno dell’umanità, ma quando una foto rivela i corpi senza vita di bambini e bambine, l’umanità, anche quella più indifferente o ostile, si risveglia e si indigna.
All’inizio di settembre 2015 avvenne per Aylan Kurdi: quel corpicino di 3 anni, riverso sulla spiaggia di Bodrum, inquietò il mondo. In quel “paradiso turistico della Turchia” lo raccolse un militare, visibilmente impacciato. Era siriano, Aylan, e morì come il fratellino maggiore Galip: per lui, però, nessun pianto. Mancava la sua foto a gridarne la morte.
Domenica, 23 giugno 2019, Valeria era aggrappata a papà Oscar Alberto. Per salvarla dalla corrente insidiosa del Rio Grande, al confine fra Messico e Usa, l’aveva assicurata a sé sotto la maglietta. Erano arrivati dal Salvador con mamma Tania. Per mesi, il loro sogno aveva prevalso sulla fatica di raggiungere le porte degli Usa. Difficile chiedere asilo al governo Trump, ma c’erano soltanto le acque del fiume a separare la famiglia Martinéz da Brownsville, nel Texas. Come altri e altre, hanno provato anche loro: a nuoto. Tania, appena ventunenne, li ha visti scomparire nella corrente.
Non aveva ancora 2 anni la piccola Valeria. È delicato e rispettoso lo scatto di Julia Le Duc: rivela tanta tenerezza e altrettanta disperazione. Il quotidiano messicano La Jornada lo pubblica il 24 giugno e Beto O'Rourke, ex- deputato democratico Usa, lo rilancia subito sui social, puntando il dito contro la politica migratoria di Donald Trump. Lui replica: «Odio quella foto!».
Eppure, da dicembre 2018, per prevenire queste e simili tragedie, ci sarebbe un Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare approvato da 152 Paesi. Ma Donald Trump lo rifiuta, e anche Matteo Salvini.
La loro umanità rimane sorda, anche al silenzio assordante di Aylan e Valeria.