In questo tempo rarefatto, dove l’afa e la calura sollecitano a lasciare l’asfalto rovente delle città per raggiungere luoghi dove la natura offre ancora un po’ di ristoro, il pensiero corre ai popoli che con la natura crescono ancora in simbiosi.
Lontani dal ticchettio delle società industriali e post-industriali, non hanno bisogno del refrigerio illusorio dei condizionatori, che rinfrescano “dentro” ma sputano più caldo “fuori”. La saggezza dei popoli “originari” tramanda da generazioni che soltanto gli alberi trasformano i raggi del sole in energia fresca e pulita. Sono popoli che vivono altri ritmi: da secoli insegnano uno stile di vita capace di valorizzare la natura per crescere con lei, rispettandone i tempi di recupero. Sono i popoli che hanno difeso “i polmoni della Terra”: le grandi foreste dell’Amazzonia e dell’Africa equatoriale, ma anche i boschi delle zone montane a noi più prossime.
La vacanza può diventare occasione per recuperare la saggezza atavica di chi preserva la Terra perché, come ricorda un popolo dell’Amazzonia, “anche noi siamo Terra”, unico sistema vitale: «Tutto è connesso!». E i ritmi che questi popoli ci offrono non rimangano confinati alla parentesi di una breve vacanza: ci aiutino a convertire i ritmi ossessivi della società dei consumi in ritmi vitali.
Anche il nostro appuntamento settimanale cambia ritmo: riposa.
Ci ritroviamo a settembre, in attesa del Sinodo sull’Amazzonia, tempo di ascolto della saggezza dei suoi popoli “originari”.
Buona “vacanza”!