Il 28 febbraio 1921 nasce la pioniera dell’ecumenismo e del dialogo ebraico-cristiano in Italia: una donna coraggiosa e molto determinata.
Quando ancora era proibito accostarsi ai “non cattolici”, nella città di Venezia la cattolica Maria Vingiani inizia a tessere rapporti con altri credenti cristiani ed ebrei.
Per collaborare con Giovanni XXIII al processo in divenire del Concilio Vaticano II, si trasferisce a Roma, e grazie a lei lo storico ebreo Jules Isaac, suo amico, incontra il Papa. Dal loro dialogo scaturisce il quarto paragrafo della dichiarazione Nostra Aetate, che nella Chiesa cattolica segna un radicale cambio di mentalità verso la “stirpe di Abramo”.
Nel 1964 Maria fonda il Segretariato attività ecumeniche (Sae), un’associazione interconfessionale d’impostazione laica e democratica a servizio dell’ecumenismo e del dialogo.
Questa “pioniera” ha avviato profondi cambiamenti di mentalità, e conferma il ruolo prezioso che le donne svolgono, se non vengono emarginate, nell’innescare processi vitali di trasformazione.
Maria si è spenta a Mestre il 17 gennaio 2020, ma le iniziative per celebrarne il centenario non mancano.
Due incontri di studio online, dal titolo “Aprire strade di dialogo: Maria Vingiani”, saranno trasmessi in streaming venerdì 26 febbraio e lunedì 1° marzo 2021.
Li promuovono il Sae, l’Istituto di Studi Ecumenici “San Bernardino”, l’Università degli Studi di Venezia, l’Associazione degli amici di don Germano e la Famiglia Vingiani.
È importante approfondire la figura di Maria: attraverso alcuni passaggi chiave della sua esistenza, raccontati da testimoni diretti, si possono valorizzare di più le dinamiche del dialogo; e farlo oggi, nel proliferare di "razzismi" striscianti, è di vitale importanza.