Il 7 aprile ricorre la Giornata mondiale della salute: dal 1950 celebra la nascita dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e diventa occasione per richiamare la pubblica attenzione su temi di particolare rilievo sanitario.
In questo tempo di pandemia covid-19, la ricorrenza è passata pressoché sotto silenzio: di vaccini che non arrivano e di terapie intensive al collasso ne sentiamo già parlare tutti i giorni.
Eppure, la giornata poteva essere occasione per riflettere su come prevenire epidemie divenute ricorrenti, minacce che spesso originano da scelte scellerate di produzione e consumo.
Scelte economiche.
Chi ci parla degli effetti degli allevamenti intensivi sulla salute degli animali? E come si riflette la loro salute sulla nostra?
Due programmi molto accurati trasmessi dal servizio pubblico Rai 3 meritano particolare attenzione: Indovina chi viene a cena, condotto da Sabrina Giannini, e la puntata di Sapiens presentata il 28 marzo scorso da Mario Tozzi: “I divoratori del pianeta”.
Quei programmi informativi hanno svelato verità scomode, contro cui si è subito sollevata la protesta delle organizzazioni di categoria dell’industria zootecnica. Svelare certi interessi diventa pericoloso, anche quando il fine dell’informazione è la salute “bene comune”.
E che dire dell’agricoltura intensiva? Quali contaminazioni produce per l’ambiente e l’organismo umano?
Da anni riviste autorevoli ne denunciano gli effetti nefasti, ma l’informazione rimane spesso ai margini. In Italia il dibattito si limita a una ristretta cerchia di esperi: ma le politiche agricole riguardano la salute di tutti e tutte.
Ecco perché il 12 aprile 2021 Agricoltura contadina cerca di coinvolgere la cittadinanza con un seminario: la proposta di legge per l’agricoltura contadina diventa essenziale per realizzare la “transizione ecologica”, ovvero quel cambiamento di stile di vita così importante a garantire la salute del Pianeta… e nostra!