Il 24 settembre 2021 si svolge in tutto il mondo la “Marcia globale per il clima”.
La pandemia non ha fermato i passi di milioni di giovani che dal 2018, in una molteplicità di lingue, chiedono insistentemente giustizia climatica. La giovane adolescente svedese Greta Thunberg, che ha ispirato la nascita del movimento Fridays For Future, si è indignata per l’immobilismo della politica: ripiegata sulle “scadenze elettorali” rifugge da iniziative che sono impopolari ma vitali per il futuro dell’umanità e di molti altri esseri viventi. Greta e milioni di giovani contestano la politica miope delle “parole vuote”, quella politica che ha continuato a invocare miracoli tecnologici per scongiurare una catastrofe annunciata già nel 1988.
Per l’imperversare della pandemia, le manifestazioni globali si erano temporaneamente trasferite “online”, ma in vista della prossima Conferenza internazionale sul cambiamento climatico a Glasgow (Cop 26) riprendono a inondare strade e piazze perché l’ultimo rapporto sul riscaldamento del Pianeta è un grido che lacera le coscienze.
E dal 30 settembre al 2 ottobre, in preparazione di Cop26, Milano ospita la Pre-Cop26 dove 400 giovani provenienti da 197 saranno presenti con “Youth4Climate”.
L’ansia da cambiamento climatico, certificata da una recente pubblicazione dell’autorevole Lancet, è oggetto di studio dal 2017: le giovani generazioni ne sono maggiormente affette perché il disastro ambientale incombe anzitutto sulla loro esistenza. Tuttavia, tale preoccupazione non le distoglie dalla consapevolezza che evitarlo è ancora possibile se la politica inizia davvero ad avviare una seria e “costosa” transizione ecologica: il tempo delle parole vuote e delle promesse irrealizzabili è finito.
Un recente rapporto del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici rivela cosa ci attende a breve anche in Italia: ondate di calore sempre più prolungate e insopportabili, alluvioni sempre più violente e distruttive. La crisi climatica comincia a riguardarci molto da vicino: non è più quella che sommerge le isole della Micronesia o che impone a decine di migliaia di persone in Africa, Asia e America Latina di lasciare casa e affetti. Le migrazioni climatiche riguarderanno anche noi.
Per questo è bene pensare a diventare “un noi sempre più grande”, come ci invita a fare la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2021 che la Chiesa cattolica celebra il 26 settembre 2021.
Forse non è un caso che questa ricorrenza cada proprio durante il “Tempo del Creato”: siamo creature tra creature, ma la nostra scelta, anche la più piccola, può trasformare le parole in azioni concrete e aiutare la politica ad assumere in pieno le sue responsabilità.