Durante la visita ad Atene, papa Francesco ha ricordato che l’antidoto ai populismi è la buona politica. Ma cosa è la “buona politica”?
Sentire il presidente del Consiglio, Mario Draghi, affermare in modo esplicito che l’accoglienza “fatta bene” rende le persone migranti una risorsa e non un fardello pesante e pericoloso, come certe personalità di partito urlano da anni, è un incoraggiante respiro di buona politica.
Ma la buona politica, spesso, muove i suoi passi fuori dalle aule parlamentari.
Il referendum sull’acqua “bene comune” ne è esempio lampante, come pure il recente appello di 50 premi Nobel che chiede a tutti i governi di negoziare una riduzione equilibrata della spesa militare globale. Anche poi possiamo sostenerlo!
E oggi, 16 dicembre, è stata avviata un’altra iniziativa di “buona politica” che invita a passare dalle Cer, le “Comunità energetiche rinnovabili”, che dalla fine del 2020 permettono di abbattere i costi delle bollette attraverso collaborazione locale di auto-produzione e auto-consumo di energia rinnovabile, alle Cers, ovvero le “Comunità energetiche rinnovabili e solidali”.
Alla cura dell’ambiente e del “portafoglio”, aggiungono quel tocco di solidarietà che trasforma le realtà di degrado, anche le più difficili, in spazi generativi di bene.
Il presidente di Legambiente precisa che la Rete di Comunità energetiche rinnovabili e solidali è ancora informale, ma le adesioni non mancano.
Il manifesto merita attenzione, e aderire è facile.
Anche questa è buona politica… “dal basso”!