L’ottava Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone approfondisce “La forza della cura – donne, economia e tratta di persone”.
Secondo le statistiche delle Nazioni Unite sulla tratta di persone, le donne e le bambine rappresentano il 72% delle vittime identificate nel 2020 e la loro percentuale aumenta significativamente nel contesto della tratta per sfruttamento sessuale, un mercato che rappresenta i 2/3 dei profitti.
La pandemia ha incrementato il “business” della tratta e ha «esacerbato le situazioni di vulnerabilità delle persone più penalizzate dal modello economico dominante: le donne e le bambine».
Per questo, la Giornata 2022 mette al centro proprio loro: le donne sono le più colpite dalla violenza della tratta ma hanno anche l’inattesa capacità di trasformare l’economia di sfruttamento in economia della cura.
Quali progressi sono registrati dalla prima celebrazione della Giornata, avvenuta nel 2015?
Suor Gabriella Bottani, coordinatrice di Talitha Kum, la rete internazionale delle religiose contro la tratta di persone, riconosce che «grazie a una diffusa sensibilizzazione, sia le comunità religiose che i gruppi missionari prestano maggiore attenzione alla tratta, e ogni anno la capacità di collaborare cresce, non solo all’interno della Chiesa cattolica ma anche con altri gruppi e confessioni religiose. La Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone costituisce un “segno” dal quale originano iniziative che costellano tutto l’anno».
In effetti, anche in Italia i progressi della rete antitratta delle religiose sono cospicui.
L’8 febbraio 2022 il Gruppo Santa Marta organizza anche la prima video-conferenza europea su tratta di esseri umani e sfruttamento lavorativo in Europa.
La Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone merita attenzione e partecipazione: alimenta una speranza che si traduce in gesti concreti.