Fra le polemiche che imperversano sulle affermazioni del pm di Catania, Carmelo Zuccaro, circa la possibile relazione fra trafficanti di persone e alcune ong, invitiamo ad una sosta.
I salvataggi in mare dovrebbero costituire un’eccezione; quando diventano strutturali rivelano una disfunzione. Ai corridoi umanitari, che sottraggono profughi ai trafficanti, accedono a livello mondiale appena ottocentomila persone, su oltre venti milioni di migranti.
Mancano strumenti legislativi adeguati per gestire in modo positivo le migrazioni, che non sono un fenomeno transitorio. Per questo è da apprezzare la campagna Ero straniero – un’umanità che fa bene.
Dal 18 al 22 aprile, la Famiglia comboniana ha sostato sulle migrazioni in Europa. Condividiamo alcune riflessioni emerse dai partecipanti:
- Le migrazioni sono una sfida ma anche una risorsa: sono un invito ad andare oltre le rappresentazioni umane, sociologiche, ‘cristiane’, ecclesiali e missionarie che hanno finora caratterizzato l’Europa.
- I migranti aprono un tempo di ‘crisi’ che, seppur sofferta, ci apre ad un nuovo modo di vivere; insieme a loro possiamo rigenerarci in “un nuovo popolo”.
- Noi, missionari e missionarie, ci sentiamo incoraggiati a rendere le differenze spazi di incontro e di reciproca trasformazione, cominciando col mettere in discussione il nostro stile attuale di vita.
Anche sant’ Agostino visse le migrazioni del suo tempo con senso di paura e rifiuto. Però intuì che lo spostamento di popoli dentro i confini dell’Impero Romano non era accidentale. Era un evento epocale, che inaugurava una nuova era di cui non si poteva ancora intravedere i contorni, ma che era pur sempre guidata dalla mano provvidente di Dio.