Il 24 maggio 2015 veniva firmato un documento da non dimenticare: l'enciclica Laudato si’.
Con essa papa Francesco sì è inserito con autorevolezza nella riflessione mondiale: quale futuro per l'umanità e per la Creazione, se il nostro stile di vita non cambia?
L’Accordo di Parigi, generato dai compromessi della Conferenza internazionale sul clima del 2015, nota come Cop21, è storico, ma rimane un pezzo di carta se non si traduce in politiche attive e in “stili di vita”.
L’enciclica sottolineava l'urgenza di un cambiamento dell'economia “di rapina”, che non genera futuro: produce scarti e uccide. I milioni di profughi e profughe ambientali ne sono testimoni.
A tre anni dall’enciclica possiamo rallegrarci dei passi concreti che, a varie latitudini, stanno generando un cambiamento di mentalità e di scelte; piccolo, lento, ma fattivo.
Il movimento Divestment, volto a trasferire investimenti dalle fonti fossili a quelle rinnovabili, è in crescita. Su invito di papa Francesco, molti organismi della Chiesa cattolica e di altre denominazioni hanno promosso la campagna #DivestItaly.
Le donne, spesso più colpite dagli effetti del cambiamento climatico nelle zone rurali dell’Africa e dell’Asia, partecipano attivamente ai programmi di adattamento e di conversione energetica.
In Italia, in questi giorni, si moltiplicano le iniziative del Festival dello sviluppo sostenibile, volto a sensibilizzare la popolazione su scelte più rispettose della vita e dell’ambiente.
E in occasione dei tre anni dell’enciclica nasce anche una rete di comunità internazionali Laudato si’.
I passi ci sono: piccoli o grandi, molteplici nelle loro peculiarità e articolati in una molteplicità di ambiti, sono passi concreti.
Grazie, Francesco, per aver ispirato tanti e tante. Non sembra che la tua “enciclica” sia rimasta soltanto un pezzo di carta!