Avevamo sperato che non avvenisse: avevamo protestato e firmato petizioni, ma ci sono eventi che sono al di là della nostra portata.
La scuola di gomme di Khan al Ahmar e il villaggio beduino circostante, nell’Area C dei Territori Palestinesi Occupati, sono in demolizione. Ce lo ha confermato ieri una testimone oculare.
Il 24 maggio 2018 la Corte Suprema israeliana, incurante dei ripetuti appelli, aveva ordinato la demolizione, e i bulldozer sono arrivati mercoledì mattina, 4 luglio.
Ci sono eventi su cui non possiamo agire direttamente, sebbene ci si possa sempre indignare e porgere una mano per lenire la sofferenza, ma ci sono anche eventi su cui possiamo intervenire in modo diretto, come cittadine e cittadini: anzitutto distinguere fra menzogna e realtà.
La polemica sull’invasione di migranti irregolari che dal nostro Paese attraverserebbero il Brennero è una montatura che irretisce le tante e troppe vittime della disinformazione: i dati parlano di appena 2 persone intercettate nel mese di maggio 2018.
Stesso dicasi per i dati dell’Inps: il crollo demografico degli ultimi decenni ha ripercussioni inevitabili sul sistema pensionistico. Se non ci fossero i contributi di chi lavora, inclusi gli immigrati regolari, non ci sarebbero fondi per pagare le pensioni attuali.
Distinguere fra menzogna e realtà, senza cedere a fuorvianti semplificazioni e slogan urlati, è una responsabilità a portata di mano: lo possiamo fare.
A chi semina paura, sbandierando notizie false o parziali, è importante rispondere con una buona dose di umanità.
Per questo il 7 luglio aderiamo all’appello di Libera: indossiamo “una maglietta rossa per fermare l’emorragia di umanità”.
Sappiamo che non basta una maglietta, ma può servire a mettersi nei panni altrui «il primo passo ̶ come ricorda don Luigi Ciotti ̶ per costruire un mondo dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini», … in Italia come in Palestina.