Migliaia di palloncini volano in cielo, come i sogni di tante persone che vorrebbero liberare la propria vita dalla condizione disumana che le blocca.
Un modo per celebrare la 12° Giornata Europea contro la Tratta di persone, che ricorreva ieri, giovedì 18 ottobre.
La Commissione Europea invita a sensibilizzarci sul dilagare silenzioso di una piaga che contamina ogni latitudine: anche in Italia.
Nel 2015 la morte di Paola Clemente, bracciante morta di fatica nella campagna pugliese, ha fatto approvare al Parlamento italiano una legge contro il “caporalato”, denunciato anche nelle Regioni del Nord. Ma non basta.
Quale domanda alimenta lo sfruttamento umano?
Chi impone a chi coltiva la terra 8 centesimi di euro per un chilo di pomodori, e lo rivende poi nelle grandi catene di distribuzione a ben più di 80 centesimi?
Che dire delle migliaia di giovani donne sfruttate sessualmente nel nostro Paese: gli interventi repressivi non hanno eliminato il crimine, lo hanno semplicemente reso meno visibile spostandolo dalla strada agli appartamenti.
In Europa le persone imbrigliate nella rete della Tratta e del grave sfruttamento lavorativo sono quasi un milione: spremute all’inverosimile per generare ingenti profitti. Il 36% proviene dall’Africa, anzitutto dalla Nigeria, il 26% dall’Est Europeo e il 9% dall’Asia.
In Italia operano 21 Progetti anti-tratta, che assistono ogni anno oltre 6000 persone irretite nella prostituzione forzata, nell’accattonaggio, nello spaccio di droga e nel lavoro dei campi e dei cantieri. E che dire del traffico di organi?
Ma il contrasto non è facile. Sono necessari interventi legislativi adeguati, ma è importante anzitutto sensibilizzare chi alimenta la domanda, ovvero noi “clienti” e “consumatori”, perché cambi il nostro comportamento.
Per questo anche noi oggi, insieme a tanti Comuni e associazioni, aderiamo alla campagna #liberailtuosogno.
Parlare della Tratta, conoscerla nei suoi mille risvolti sotterranei, è il mezzo migliore per sconfiggerla …Se i grandi media non ci pensano, pensiamoci noi!