Già dal 1933 le donne delle Chiese battiste d’Italia, per iniziativa della missionaria Susy Whittinghill e di Adelaide Fasulo, moglie del pastore Aristarco Fasulo, formarono i primi gruppi di donne, le cosiddette Unioni femminili. Erano strumenti di crescita, condivisione e denuncia della condizione femminile nella società e anche all’interno delle comunità battiste. Nel 1947 confluiscono in un organismo nazionale, il Movimento femminile missionario battista, e verso gli anni Settanta il termine “missionario” viene sostituto da “evangelico”, a significare una più ampia sfera di interesse evangelico e sociale.
Donne al governo
L’Mfeb promuove fra le aderenti una maggiore consapevolezza di sé, della loro identità di genere e delle proprie capacità, affinché assumano ruoli di responsabilità nel governo delle Chiese e nell’annuncio della Parola. Elabora riflessioni sulla differenza di genere e affronta questioni etiche e sociali.
Nel 1976 ha partecipato a fondare la Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei), entro cui ha preso forma il “Decennio Ecumenico delle Chiese in Solidarietà con le Donne 1988-98”.
L’assemblea Ucebi del 1982 ha riconosciuto e approvato il pastorato femminile. Oggi le pastore sono dodici, tra cui Anna Maffei, presidente Ucebi dal 2004 al 2010.
A livello nazionale il movimento si incontra almeno una volta all’anno con stage, seminari e assemblee; promuove campi estivi per giovani presso il Centro evangelico battista di Rocca di Papa, edificato con il contributo internazionale della Convenzione battista meridionale: le donne hanno curato e sviluppato le attività del Centro, che oggi è diretto dalla pastora Gabriela Lio.