Venerdì, 28 Gennaio 2022 14:01

È tempo di cambiare prospettiva

L’Ue ha avviato da tempo un processo di riflessione sul proprio futuro.
Nell’ultimo anno, in questa rubrica abbiamo parlato spesso della Conferenza sul futuro dell’Europa, inaugurata il 9 maggio dai presidenti delle tre istituzioni europee per coinvolgere cittadini e cittadine nel dibattito sul cambiamento che serve all’Europa. Nonostante il silenzio dell’informazione e la scarsa attenzione (apparente) della politica nazionale, a sette mesi dal suo avvio questo processo sta conseguendo risultati potenzialmente notevoli, e vale la pena ancora una volta fare il punto su come stanno andando le cose.

AL DI LÀ DELLA trappola dei Trattati
La spinta, fortissima, per cercare di capire come rafforzare la nostra casa europea comune, a fronte di sfide – positive e negative – nuove e potenti, viene dalla presa d’atto che le dinamiche che si sono ormai innescate a livello internazionale ci vedono, come cittadini e cittadine dell’Ue, impreparati e ancora senza strumenti adeguati a fronteggiarle.

L’Europa rischia di subire conseguenze gravissime se non riesce ad aumentare la sua capacità di azione comune. Al tempo stesso, non è facile mettere d’accordo 27 Paesi diversi su come avviare la riforma dell’Unione, che implica di cambiare i suoi Trattati; il solo metodo previsto, infatti, è quello dell’unanimità, ossia di un accordo da parte di tutti.

Purtroppo, quando in Europa si ricercano accordi ragionando in termini di composizione dei vari interessi nazionali, le differenze, che rimangono molte, emergono con forza. Per questo, un’occasione non prevista dai meccanismi normali dell’Ue, come la Conferenza sul futuro dell’Europa, diventa cruciale: perché crea un quadro in cui non si ragiona per trovare un accordo tra i diversi Paesi, ma si cerca di capire qual è l’interesse comune europeo.

Spinta dal basso
Nel silenzio dei mezzi d’informazione e nell’assenza di un impegno diretto delle forze politiche, in sette mesi la Conferenza ha già offerto l’occasione di organizzare in tutti gli Stati membri più di 4.300 eventi, e almeno 300.000 cittadini hanno discusso dell’Europa che vorrebbero.

Sono numeri per difetto, perché i messaggi che sono veicolati dalla piattaforma digitale che comunica con i panels dei cittadini e con la Plenaria della Conferenza – messaggi che peraltro sono fortemente orientati a chiedere un’Europa federale, ossia unita politicamente, capace di difendere gli interessi e i valori democratici europei e di fare politiche efficaci per il futuro dei cittadini – sono soltanto la punta dell’iceberg di una mobilitazione ben maggiore.

La spinta dal basso verso una maggiore unità è più forte e più efficace di quanto non sembri. Forze politiche e governi nazionali, consci di non poter più rimanere fermi allo status quo, stanno valutando come valorizzare questa occasione mettendo l’accento sull’importanza del processo in corso con la Conferenza.

Svolta da non rinviare
In Italia abbiamo da poco celebrato la firma del Trattato del Quirinale tra Italia e Francia. Si tratta di un accordo che non solo sigla la stretta cooperazione tra due Paesi fondatori dell‘Unione Europea, ma soprattutto rappresenta la base per rafforzare il sostegno che i due governi intendono dare alla riforma dell’attuale quadro istituzionale, a partire dal completamento dell’Unione monetaria e dalla promozione di un’identità e di una vera autonomia strategica europee.

A rafforzare questa rinnovata sinergia si affianca l’avvio di una nuova fase politica in Germania, che sembra voler compiere una vera svolta sull’Europa. L’accordo di coalizione recentemente concluso per la nascita del nuovo governo sostiene infatti la Conferenza sul futuro dell’Europa come occasione per realizzare le necessarie riforme dei Trattati europei e afferma che essa dovrebbe portare a una convenzione costituzionale e addirittura all’ulteriore sviluppo di uno Stato federale europeo.

Sviluppi interessanti
All’interno della Plenaria della Conferenza, dove siedono insieme a cittadini e cittadine anche loro rappresentanti a livello europeo e nazionale e rappresentanti delle organizzazioni della società civile, l’effetto di questa spinta sta producendo risultati importanti. Il dibattito si concentra proprio sul tema della democrazia europea, ossia su come rendere l’Europa una comunità politica unita, con istituzioni efficaci, dotate degli strumenti e dei poteri per fare politiche incisive; e al tempo stesso istituzioni che siano più democratiche, vale a dire in grado di rispondere direttamente alla cittadinanza europea.

Anna Echterhoff, Segretaria generale dell’Unione dei Federalisti Europei (Uef), siede nella Plenaria della Conferenza in rappresentanza dell’Uef ed è molto attiva all’interno del gruppo di lavoro sulla democrazia europea. «L’agenda di temi da discutere con cui stiamo strutturando i nostri lavori per riuscire a formulare proposte concrete di riforma dell’Ue è molto ambiziosa – spiega –. Vogliamo occuparci di come potenziare i poteri diretti del Parlamento europeo, che è la voce dei cittadini, a partire dal bilancio e altre materie cruciali. Inoltre, vogliamo valutare l’attribuzione di nuove competenze a livello europeo e come rafforzare i meccanismi decisionali e di governo per permettere alla Commissione europea di avere reali poteri di azione (oggi ha solo il potere di fare proposte che poi spetta agli Stati attuare). In questa ottica vogliamo studiare come rafforzare i meccanismi elettorali europei per accrescere la rappresentanza del Parlamento, permettere a cittadini e cittadine di scegliere il o la presidente della Commissione, rendere più sovranazionale il dibattito politico, aumentare la partecipazione diretta dei cittadini e coordinare e integrare i diversi livelli di governo sulla base del principio di sussidiarietà».

La via da percorrere per creare quell’Europa federale dei popoli che era parte integrante del progetto iniziale dei padri fondatori non è semplice. Ci sono molti ostacoli da superare: pur nell’attenzione di preservare la dimensione unitaria del Mercato unico, si dovrà procedere solo con i Paesi membri disponibili ad approfondire in questo momento la dimensione politica dell’integrazione europea.

La Conferenza, però, apre realmente una possibilità in questa direzione, e per questo rappresenta un’opportunità che dobbiamo sforzarci di far conoscere e promuovere.

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Last modified on Venerdì, 28 Gennaio 2022 21:21

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