Nato sulla scia della campagna internazionale promossa dagli artisti Gan Golan e Andrew Boyd, il Climate Clock installato sulla facciata del Metronome di Union Square a Manhattan è arrivato anche in Italia.
Esposto nella sede del ministero della Transizione ecologica (Mite) alla vigilia della Giornata mondiale dell’ambiente, l’orologio italiano indicherà il tempo utile, secondo gli scienziati del Mcc (Mercator Research Institute on Global Commons and Climate Change), per adottare comportamenti e interventi che limitino a 1,5° gradi l’aumento della temperatura media del pianeta.
Un tempo che può variare a seconda delle iniziative che saranno prese a livello globale, ma che oggi segna 6 anni e 7 mesi.
I prossimi mesi sono intrisi di eventi fondamentali per dilatare questo tempo e ripristinare il benessere dell’intero ecosistema: dal G20 Ambiente, clima ed energia fino alla Cop26 sul clima a Glasgow, passando per la Youth4Climate e la PreCop che avrà luogo proprio qui in Italia. Non a caso è proprio “Ripristinare gli Ecosistemi” il tema di questa Giornata Mondiale: un argomento che parte dell’ambiente e tocca numerosi temi correlati al benessere del nostro pianeta. Nell’ultima newsletter, Combonifem ha evidenziato proprio il nesso tra degrado ambientale e migrazioni.
Dal momento che evitare questi spostamenti non è possibile, non vale forse la pena adoperarsi per accogliere al meglio chi è costretto a lasciare la propria terra, anche contro la propria volontà?
“Verso un nuovo sistema di accoglienza delle persone migranti. L’analisi e le proposte del Cnca” è un dossier presentato pochi giorni fa dal Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca) alle istituzioni Italiane.
Il documento ricostruisce lo sviluppo e le caratteristiche del sistema pubblico di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo, nato proprio venti anni fa e presenta diverse proposte affinché il sistema sia più inclusivo, aggiornato ed efficace.
La principale è l’annuncio della nascita di un «Sistema unico di accoglienza e integrazione delle persone migranti (SAI) che allinea i Cas e i Siproimi, come descritto nella legge 173/2020. Esso però - riporta il comunicato stampa - va integrato in modo strutturale nel sistema di welfare nazionale e locale. Inoltre, è opportuno che vi sia un organismo istituzionale a cui il sistema di accoglienza faccia capo, evitando così l’attuale spezzettamento delle competenze. Questo organismo dovrebbe essere all’interno del ministero del Lavoro e delle politiche sociali».
È necessario che vi sia un soggetto istituzionale che assicuri una regia nella gestione del fenomeno.
Le nostre istituzioni sapranno accogliere queste proposte?