Rischia dai 3 ai 5 anni di carcere l’attuale vicepresidente del consiglio Matteo Salvini. Il tribunale dei ministri di Catania ha richiesto l'autorizzazione a procedere in giudizio per il caso Diciotti.
Ma accade di nuovo.
Il 24 gennaio la nave Sea Watch3 lancia un tweet preoccupante: «Ci troviamo di fronte a un ciclone mediterraneo, un fenomeno meteorologico piuttosto raro con onde di 7 metri, pioggia e vento gelido». La richiesta è implicita: sostegno, riparo e un porto sicuro per la nave e per i 47 migranti che sono a bordo ormai da 7 giorni. Una richiesta caduta nel vuoto.
Dal governo, una risposta sorda: sì al sostegno medico e sanitario, no all’attracco nei porti italiani. Non un porto sicuro quindi, ma un posto di fonda a 1,4 miglia dal porto di Augusta, durante una tempesta, nell’attesa che la nave riprenda la rotta verso Marsiglia. Dalla Francia, totale silenzio.
Un silenzio che sovrasta i governi di tutta Europa, rotto soltanto dalla voce dei cittadini: prima una petizione, Il soccorso in mare non è negoziabile, che chiede di aprire i porti a Sea Watch3; poi l’appello del sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Questo il messaggio che ha mandato alla comandante della nave: «Di fronte alle ennesime tragedie del mare causate da politiche criminali e criminogene dell'Europa e dell'Italia e di fronte all'impegno umano e civile di chi salva vite umane, chiediamo con urgenza che, nel rispetto della Costituzione italiana e del diritto internazionale, sia garantito al più presto un approdo sicuro. Come sempre, Palermo, con il suo collaudato sistema di accoglienza che coinvolge tanti soggetti pubblici e privati e una vasta rete sociale di solidarietà, è pronta ad accogliere questi naufraghi e gli uomini e le donne che li hanno salvati da morte certa».
Sabato mattina Sea Wach3 diffonde un comunicato urgente: ha attraccato. Grazie all’iniziativa della società civile e della città di Siracusa - e in contrasto con il volere del governo - i porti non sono chiusi, ma aperti alle rotte dell’umanità! Ora, si chiede l’autorizzazione allo sbarco.
Sembra un gioco. Il gioco dei migranti. Chi vince? Chi perde?
Forse sta perdendo l’umanità tutta. Anche se ci sono ancora alcuni focolai di speranza. Ci sono ogni volta che la più veritiera dimostrazione di accoglienza, solidarietà e umanità, arriva dai cittadini. Donne e uomini che hanno aperto i porti, che hanno aperto le case, che hanno aperto le città. Donne, uomini che praticano la pace. E meritano la pace.