È la prima volta che tante persone, tutte insieme, si mettono in cammino dai Paesi dell’America Centrale per raggiungere gli Usa. In Europa lo aveva fatto nel 2015 la popolazione siriana in fuga dalla guerra. Un esodo di tali dimensioni rivela che ci sono cause strutturali che obbligano la gente a migrare, e allora non è umano chiudere le frontiere e non affrontare le cause.La gente della carovana centroamericana cammina in mezzo a rischi e pericoli, ma sarebbe stato peggio rimanere a casa. A Città del Messico il 4 novembre erano a migliaia: sono rimasti per quasi una settimana nello stadio “Magdalena Mixhuca”, poi hanno proseguito verso nord.
Il 25 no...
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In Guatemala come avete vissuto il passaggio della “carovana”?Assistere al passaggio di tanti fratelli e sorelle migranti ci ha profondamente commosso. Ci ha fatto rivivere sentimenti di separazione, angoscia, dolore e illusione che noi proviamo in prima persona, perché in ogni famiglia del Guatemala c’è almeno un parente o una persona amica che, con i documenti regolari o senza, ha lasciato il Paese.La carovana, letteralmente un fiume di persone di ogni età, ha attivato una solidarietà sentita e diffusa: famiglie, comunità e organizzazioni si sono mobilitate a soccorrere coloro che transitavano. Impressionante il numero di uomini, donne e...
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Io appartengo ai Kitu Kara, uno dei 18 popoli e 14 nazioni che esistono in Ecuador da molto prima dell’arrivo degli spagnoli: un popolo millenario, con insediamenti umani diffusi su una vasta zona, con centro a Quito. Noi indigeni non pensiamo come individui, esistiamo insieme e rivendichiamo il diritto “ad avere radici” e “a parlare con la nostra voce”. Per questo nell’Ecuador è sorta Miredes – Internacional, una rete di migranti, rifugiati e sfollati che parla con la propria voce.Per il mio popolo i ritmi della natura sono importanti; per questo molti di noi indigeni ci opponiamo da sempre allo sfruttamento rapace della natura. Io, insieme a...
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Il decreto 113/2018 è legge dal 3 dicembre 2018 ed esprime un punto di vista che riassumo in due punti: nascere fuori dall’Italia è una colpa insanabile e diventare cittadini italiani è pressoché impossibile.Ne deriva che la Convenzione di Ginevra, firmata dal nostro Paese nel 1954, viene disattesa perché questa legge rende particolarmente difficile l’acquisizione della cittadinanza italiana anche a un richiedente asilo: chi può esibire tutti i requisiti dovrà comunque attendere altri quattro anni per ottenere una risposta. Forse lo Stato la risposta non vuole darla?
Cittadinanza a rischioE questa cittadinanza, tanto preziosa, dec...
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PREAMBOLO
1. Il presente Patto globale si fonda sugli scopi e sui principi della Carta delle Nazioni Unite.2. Si basa, inoltre, su: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani; il Patto internazionale sui diritti civili e politici; il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali; gli altri principali trattati internazionali per la tutela dei diritti umani; la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, ivi compresi il Protocollo per prevenire, reprimere e punire il traffico di persone, in particolare donne e bambini, e il Protocollo contro il traffico di migranti via terra, mare e aria; la Convenzione sulla schiavitù e...
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Il Patto globale (Global Compact) sottoscritto il 10 dicembre 2018 da 164 Stati membri dell’Onu è pragmatico: ha obiettivi e impegni di largo respiro, alcuni non ancora applicabili in vari Paesi, ma indica nondimeno azioni che possono avere ricadute concrete sul territorio.
Più si conosce…Il primo obiettivo del Patto globale è l’istituzione di banche dati precise e aggiornate che rendano possibile l’incontro fra domanda e offerta di lavoro. Parlare di migrazioni senza cadere in discussioni ideologiche è difficile: il taglio economicista del Patto incoraggia un approccio più pratico e attento alla situazioni specifiche per diverse r...
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Ma ci sono modalità diverse di metterle in relazione: quella del Decreto 113/18, noto come Decreto immigrazione e sicurezza, divenuto legge della Repubblica Italiana il 3 dicembre 2018, e quello del Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare, sottoscritto il 10 dicembre 2018 da 164 Paesi, ma non dall’Italia.
Queste pagine ne parlano.
E poi ci sono modalità concrete +di vivere la migrazione e la sicurezza. Ma non sono parole: sono drammi affrontati e speranze accarezzate da uomini e donne, bambini e bambine. La “carovana centroamericana” ce li ha fatti incontrare.
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