Nel dicembre 1994 l’Assemblea generale dell’Onu divenne consapevole che siccità e desertificazione stavano diventando una minaccia globale, e in data 17 giugno istituì un’apposita “giornata mondiale” per combatterla.
La ricorrenza intendeva rendere consapevole tutta la comunità internazionale che l’aridità di vasti territori non poteva essere contrastata dai singoli Paesi che ne erano affetti.
La Giornata si celebra ogni anno dal 1995, ma anche quest’anno in Italia se ne è parlato poco sui media generalisti, e le iniziative di sensibilizzazione sono rimaste circoscritte ad ambiti già sensibili.
La desertificazione continua ad avanzare e spinge milioni di persone verso altre terre.
Nel 2020, circa 15 milioni di agricoltori, pescatori e allevatori del Niger e 10 milioni della Nigeria risultavano colpiti dalla drammatica riduzione del Lago Ciad. Sono persone che si spostano, come quelle delle regioni sempre più aride di Burkina Faso e Senegal.
Desertificazione e spostamento di popoli mettono in correlazione questa giornata con quella che ricorre il 20 giugno: la Giornata Mondiale del Rifugiato.
Il sito dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati parla di 80 milioni di persone che fuggono da guerre e persecuzioni, ma quei milioni (e sono molti di più) che fuggono da terre divenute deserti chi sono?
Sono vittime dell’emergenza climatica, che sarà risolta soltanto grazie all’impegno di ciascuna e ciascuno di noi. Il nesso fra degrado del territorio e spostamento di popoli è complesso e ancora poco studiato; Combonifem lo aveva introdotto con un dossier del maggio 2018 e il prossimo intende approfondirlo ulteriormente, perché le persone definite “migranti climatiche” non hanno ancora diritto a un “rifugio”. Il Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare cerca di dare loro una qualche riconoscimento giuridico, ma è ancora troppo poco.
È importante conoscere i flussi migratori da terre inospitali per crescere in consapevolezza e cercare insieme soluzioni possibili.
Gli Orientamenti Pastorali sugli Sfollati Climatici pubblicati lo scorso 30 marzo dal dicastero per lo Sviluppo umano integrale ne prospettano alcune; altre le può offrire ciascuno e ciascuna di noi!