È tempo di riprendere le fila di iniziative e azioni trasformanti.
Anche “Digiuno di Giustizia” riparte: mercoledì 12 settembre, dalle ore 9.30 alle 13.30 a Roma, in Piazza Montecitorio.
Le molteplici iniziative che hanno affiancato il piccolo presidio romano si sono articolate con creatività in tanti altri luoghi, con varie iniziative volte a “cibarsi” di informazioni più accurate sulla situazione di coloro che tentano di lasciare la Libia.
Di “Digiuno di Giustizia” ne avevamo parlato a luglio, quando la situazione libica non era esplosiva come adesso: per 9 giorni le milizie del terrore hanno precipitato Tripoli nel caos spingendo migliaia di persone alla fuga.
Sconcerta il fatto che una cinquantina di persone raccolte dalla Diciotti e successivamente accolte dalla Cei e a Messina si siano rese irreperibili: alcune avevano familiari o congiunti in altri Paesi europei e avevano espresso il desiderio di raggiungerli.
Don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, ha detto: «Il mio pensiero va all’Europa. È un atto gravissimo. Ho pensato all’Ue e alle sue responsabilità. Se l’Ue avesse condiviso la gestione non sarebbe accaduto. È l’esempio che il problema migratorio non può essere gestito solo dall’Italia»
La questione migratoria è molto complessa: non esistono soluzioni facili e immediate.
“Digiuno di Giustizia” diventa occasione per digiunare da slogan e frasi fatte, per mettersi in ascolto di uomini e donne al cui posto potrei esserci io.