Da tempo si parla di economia circolare, ovvero quella capace di riutilizzare più e più volte i materiali trasformando “scarti” in “materie prime seconde”.
Per un Paese come l’Italia, dove certe materie prime sono scarse o inesistenti, l’economia circolare è preziosa perché prodotti tossici e inquinanti non avvelenano più l’ambiente e l’importazione di materie prime, alquanto costosa in termini monetari e di salute del Pianeta, viene sostanzialmente ridotta.
Molto meno nota è la “salute circolare” di cui parla Ilaria Capua, virologa italiana che dirige l’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida. Nel 2019, ben prima che la pandemia covid-19 bloccasse il mondo, l’aveva spiegata nel suo libro Salute circolare. Una rivoluzione necessaria: «Siamo spugne evolute, assorbiamo l’ambiente: solo se l’universo è sano lo siamo anche noi».
E allora si tratta anzitutto di ripensare l’umanità entro il cerchio della vita: Combonifem invita a partire dalla sua relazione con le piante, in una “reciprocità di cura” meravigliosamente circolare.
Ma la circolarità è incredibilmente inclusiva: attraversa correnti di pensiero molto eterogenee, in una “biodiversità umana” che spazia da piccole azioni quotidiane a grandi iniziative mondiali.
Il 4 maggio alle 20.30 nel Martedì del Mondo, ne parliamo con Cecilia Dall’Oglio, del Movimento cattolico mondiale per il clima, Daniela Padoan, dell’Associazione Laudato si’, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e Domenico Pompili, vescovo di Rieti e promotore delle Comunità Laudato si’.
A sei anni dall’enciclica di papa Francesco, chi si impegna nella cura della “casa comune” promuove anche la “salute circolare”!